programma

'Linee di programma politico’, « Il Popolo d’Italia » , Nº 89, March 30th, 1919.

LINEE DEL PROGRAMMA POLITICO
(Il Popolo d’Italia, N. 89, 30 marzo 1919)

Il nostro movimento si allarga e si afferma. La nostra adunata ha suscitato echi di simpatia nei più remoti e dimenticati paesi d'Italia. Ora si tratta di delineare, con tutta la precisione possibile, dati i tempi dinamici, il nostro programma d'azione politica. L'azione negativa non ci basta. L'anti-partito non può vivere di una sola negazione. Accanto alla negazione che ci differenzia dai vecchi Partiti, appunto perché il nostro organismo non ha, nella sua composizione e nel suo funzionamento, simiglianze coi vecchi Partiti, noi abbiamo i nostri «postulati» per l'azione in senso positivo. Demolire, costruendo, potrebbe essere la nostra divisa.
Elenchiamo i nostri postulati d'indole politica.

1. L'attuale suffragio universale deve essere integrato colla estensione del diritto di voto e di eleggibilità alle donne che abbiano compiuto gli anni 21.
2. Le elezioni generali politiche devono aver luogo con scrutinio di lista e rappresentanza proporzionale.
3. Le elezioni generali politiche devono aver luogo a smobilitazione compiuta.
4. L'età necessaria per l'eleggibilità a deputato è abbassata da 31 a 25 anni.
5. I deputati eletti nelle prossime elezioni formeranno l'Assemblea nazionale.
6. L'Assemblea nazionale durerà in carica tre anni.
7. Il primo atto dell'Assemblea nazionale sarà quello di decidere sulla forma di governo dello Stato.
8. Il Senato è abolito.

Questi postulati non sono nuovi e nemmeno rivoluzionari. Rappresentano un prolungamento, un perfezionamento della democrazia politica. Ma oggi la rappresentanza puramente politica non basta più. Bisogna introdurre la « novità », la quale consiste nella creazione dei Consigli nazionali. È questo il modo di superare il dilemma: o parlamento o Soviet. Il parlamento rimane e gli sorge accanto il nuovo sistema di rappresentanze dirette di tutti gli interessati.

Su questa strada si era messo Kurt Eisner che è stato il maggior artefice della rivoluzione tedesca.

E allora precisiamo:

1. L'Assemblea nazionale discute e legifera sulle questioni che interessano la totalità dei cittadini all'interno e all'estero.
2. L'Assemblea nazionale sceglie in se stessa i nuclei dei Consigli nazionali. I deputati di questi nuclei non possono superare, nel numero, il quarto del totale dei membri del Consiglio nazionale.
3. L'Assemblea nazionale nomina i ministri dell'Interno, degli Esteri, delle Finanze, della Giustizia, dell'Istruzione, del Tesoro, della Difesa nazionale.
4. Vengono istituiti i Consigli nazionali dell'Industria, dell'Agricoltura, del Commercio, dei Servizi pubblici, delle Comunicazioni terrestri, marittime, aeree, delle Colonie (con larga rappresentanza degli indigeni).
5. I Consigli nazionali nominano un « delegato dei Consigli » che siede con voto deliberativo nel Consiglio dei ministri e integra il Governo.
6. I Consigli non siedono necessariamente a Roma, ma dove esistono le condizioni più favorevoli per lo svolgimento della loro attività.
7. I membri dei Consigli nazionali sono eletti - come voleva Kurt Eisner nel suo discorso-programma - dagli interessati e cioè “da associazioni e organizzazioni d'impiegati governativi e privati, di maestri, di professionisti, di mestieri” e noi aggiungiamo sindacati di operai, mutue, cooperative, associazioni di cultura, ecc.
8. I Consigli nazionali si rinnovano ogni tre anni.

È evidente che per l'attuazione di questo programma, schematicamente delineato, bisogna stabilire un piano di costituzione dello Stato. L'attuale non può contenerlo. L'opera è ponderosa, ma la generazione attuale può compierla. Si tratta non solo di creare questi nuovi organi della più diretta e immediata rappresentanza del popolo, si tratta non solo di determinare le modalità di funzionamento e i limiti della loro attività, ma si tratta - e questo è affare molto delicato - di precisare i “rapporti d'azione e d'entità fra Assemblea nazionale e Consigli nazionali”.

Ci sono delle difficoltà da superare, si capisce, ma questo è perfettamente logico, quando si pensi che l'obiettivo è di dare una nuova “costituzione” all'Italia. Queste difficoltà non sono e non devono essere insormontabili, per il fatto che il “moto” odierno tende a quel punto. I segni abbondano. Nell'ultimo numero della Nuova Antologia, il senatore Maggiorino Ferraris propone la creazione di un . “Consiglio agrario nazionale” con relativo schema di ordinamento. L’on. Rigola, nei suoi Problemi del Lavoro, ci avverte “che un Consiglio sindacale o tecnico sembra oramai imporsi come un contrappeso indispensabile al genericismo dell'Assemblea politica”.

Con la trasformazione del Consiglio superiore del Lavoro da corpo consultivo in potere deliberativo a competenza limitata, si verrebbero ad avere in realtà due camere legislative, una a base popolare e l'altra a base professionale; una politica e l'altra sindacale o tecnica, a meno che non si preferisse imperniare tutto il sistema rappresentativo sul suffragio professionale, come domanda la Confederazione.

Noi siamo contrari al “suffragio soltanto professionale”. Se la sola rappresentanza delle idee è insufficiente, anche la sola rappresentanza degli interessi non basta. La nostra è la “rappresentanza integrale” nella quale il “cittadino” non solo non viene annullato, ma col sistema dei Consigli nazionali aumenta in lui la possibilità d'azione, d'iniziativa, di controllo nella gestione politica ed economica della nazione. Apro la discussione. L'argomento è interessante. MUSSOLINI


POSTILLA

Avevo appena finito di scrivere quando i giornali recano una notizia interessantissima: uno di quei “Consigli nazionali”» che io propongo come integratori della rappresentanza nazionale, è sorto in Inghilterra, quale conseguenza dei recenti grandi movimenti operai, pacificamente conclusi. La commissione dei 6o delegati - trenta operai e trenta industriali – “propone l'istituzione di un Consiglio o Parlamento industriale permanente composto di 400 membri eletti in numero eguale dalle organizzazioni degli industriali e da quelle degli operai. Il Consiglio avrebbe principalmente la missione di consigliare il Governo in tutte le questioni riferentisi all'industria e di eleggere un comitato esecutivo permanente di cinquanta membri, il quale servirebbe a mantenere il Parlamento industriale in continuo contatto.

Si tratta di una proposta, ma non v'è dubbio che il Governo inglese la farà sua.

Le idee nuove e buone vanno traducendosi nei fatti.... in Inghilterra e speriamo e vogliamo anche in Italia! MUSSOLINI
---------------------------

IL PROGRAMMA POLITICO DEI FASCI

Il programma che ho pubblicato sul giornale di oggi è il mio programma, ma può non essere il vostro. In questo caso potremo discuterlo e modificarlo. Si rimprovera a noi un atteggiamento puramente negativo. Evidentemente questo atteggiamento negativo non basta alla nostra attività pratica. Contro il bolscevismo sono in gioco molte forze storiche e politiche. La nostra opera, di prevenzione, deve consistere nel presentare un programma di attuazione immediata a scadenza massima di quindici giorni, effettuabile nell'intervallo di tempo che ci separa dal 1° maggio. Non perché questa data possa essere l'inizio di una catastrofe; da quanto si legge nei fogli socialisti si ha l'impressione del contrario.

Noi ci mettiamo sul terreno delle realizzazioni immediate per ragioni di ordine politico generale e urgente. I primi tre punti di queste realizzazioni non sono dell'importanza degli altri, pure quello del progetto di legge che sancisca le otto ore di lavoro per tutti i lavoratori italiani ha importanza ed ha un precedente in Francia, dove il Governo repubblicano ha deposto il progetto di legge di sua iniziativa. La classe proletaria francese perciò non farà nemmeno una giornata di sciopero per ottenere questa rivendicazione.

In Italia gli operai che potrebbero godere delle otto ore sono otto o dieci milioni, mentre quelli che le hanno già ottenute sono appena un milione.

Circa gli emendamenti al progetto Ciuffelli sulle assicurazioni globali, or non è molto ho letto un ordine del giorno favorevole alla Federazione del Lavoro. Questo progetto fissa il minimo della pensione a 65 anni di età, ma gli elementi operai fanno osservare che a questa età si è troppo vecchi e chiedono perciò che il limite sia portato a 55 anni.

Il terzo punto delle realizzazioni immediate da effettuare nell'ordine sociale riguarda il personale delle ferrovie. Bisogna che il Governo sistemi i ferrovieri, i quali sono un elemento essenziale della vita della nazione; e in questo momento è essenziale che il servizio funzioni, e perché funzioni è necessario sistemare il personale.
Della seconda parte del nostro programma di realizzazione abbiamo già parlato e discusso in altre riunioni.

Sulla terza parte, cioè nell'ordine economico finanziario, propongo una misura rivoluzionaria che nessun Partito finora - nemmeno il Partito che vuol monopolizzare la rivoluzione - ha mai affacciato. Si tratta di un'imposta straordinaria progressiva sul capitale. È una confisca quella che propongo.

Prima di formulare la proposta io non solo ho studiato la questione da tutti i punti di vista, ma ho interrogato dei competenti in materia finanziaria. Tutti concordemente mi hanno dichiarato che se il Governo non ricorre a questa misura radicale, noi non usciremo dal nostro gravissimo imbarazzo finanziario.

I vantaggi di questo provvedimento sarebbero grandiosi e ci permetterebbero di far fronte ai nostri impegni.
Nostra intenzione è di portare questi nostri postulati all'on. Orlando. Egli tornerà, pare, a Roma il 20: la Camera si riaprirà il 23. Noi abbiamo intenzione di convocare in Roma una giunta rappresentante tutti i Fasci d'Italia. Ci recheremo dall'on. Orlando e gli diremo: “Queste riforme sono mature nella coscienza del popolo italiano- e rappresentano una indefettibile necessità: se le accogliete senza dilazione determinerete una. “détente” anche nello spirito delle classi popolari, ma se voi non vi renderete conto di queste necessità, senza fare i profeti crediamo di potervi dire che voi pregiudicherete le sorti delle istituzioni. Ma lo avrete voluto, perché noi vi proponiamo la via per cui convogliare il movimento verso una trasformazione pacifica”.

Il nostro compito, dunque, non è quello di impedire quello che è già in corso, ma quello di evitare che questa profonda trasformazione rappresenti il dato distruttivo della nostra civiltà.

Se noi potremo domani stendere in tutta Italia una rete formidabile di Fasci e se raccoglieremo intorno a questi Fasci il consenso sempre più largo delle masse e se creeremo dei nuclei pronti all'azione, allora potremo imporci nel giro di ventiquattro ore.

È necessario dire il nostro parere riguardo all'eventualità di un supplemento di amnistia. Fin da questo momento noi dichiariamo in proposito che non si potrebbe fare uno sfregio più atroce ai nostri morti e ai mutilati di quello di beneficare i disertori in faccia al nemico e i disertori all'interno che si sono resi colpevoli di delitti comuni.

Per questa categoria di condannati non potremo chiedere - e nemmeno i socialisti ufficiali in buona fede possono chiederla - clemenza: per tutti gli altri sì.

Queste le linee del nostro programma immediato, programma che combatte il leninismo, che non deve essere confuso col proletariato. Noi intendiamo salvare la nostra rivoluzione dalla loro, che è la rivoluzione distruttiva della vandea. - MUSSOLINI